Monte Nerone: tra la Balza Forata e la Grotta di Nerone
L’entroterra della provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche, ha un fascino poco conosciuto ma che nasconde segreti e bellezze da poter far invidia a qualsiasi altro luogo italiano. Una delle attrazioni naturalistiche è rappresentata sicuramente da Monte Nerone, il cui nome rappresenta già un enigma.
Origine del nome Monte Nerone
Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome, tutte decisamente interessanti che si barcamenano tra storia e mitologia.
Quella tra le più accreditate è senza dubbio quella storica che riconduce il nome al console romano Gaio Claudio Nerone che, durante la battaglia del Metauro, combattuta contro i cartaginesi guidati da Asdrubale Barca, inseguì i Galli fin sulla vetta della montagna. Una volta sconfitti si decise di onorare il proprio comandante dando il suo nome all’imponente montagna.
L’ipotesi invece tutta mitologica vuole il potente Giove adirato con il giovane pastore Domizio Nerone. Quest’ultimo aveva osato sfidare il dio che di tutta risposta lo minacciò di ucciderlo con un fulmine. Il pastore decise quindi di nascondersi nelle grotte della montagna uscendo solo quando il cielo fosse terso. Ma l’ingenuità del giovane lo porto ad uscire in un giorno di sole, con la sola presenza di una piccola nuvola, all’interno della quale si era nascosto Giove che mantenne la sua minaccia e fulminò Domizio Nerone. Alla montagna fu dato il nome di Monte Nerone come monito a sfidare gli déi.
L’ultima, ma non per importanza, mescola le due componenti. Così come il vicino Monte Catria è dedicato a Giove Appennino, quando durante la costruzione del centro di trasmissione RAI fu ritrovata una statuetta raffigurante Marte in assalto, si pensò che la montagna fosse consacrata a Mars Nero. Nero infatti, nella lingua degli antichi umbri, significa valoroso e sanguinario.
Qualunque sia quella che preferite, rimane indubbio il fascino che già esercitano queste ipotesi.
Sentiero CAI 1 – Dal Rifugio Corsini alla Balza Forata
Uno dei percorsi più impegnativi ma al contempo più affascinanti di Monte Nerone è il sentiero CAI numero 1. Questo porta dalla Chiesa di Santa Maria in Val d’Abisso al Rifugio Corsini, con un percorso di 6 km che metterà a dura prova i vostri muscoli.
Se non ve la sentite di affrontare il percorso intero, ed in salita, potete parcheggiare al Rifugio Corsini. Se arrivate dal centro abitato di Piobbico, proseguite verso Apecchio, dopo 5 km circa svoltate a sinistra e proseguite verso Serravalle di Carda. Da qui, dopo località Pian di Trebbio, svoltate a sinistra e salite seguendo la strada principale. Una volta arrivati fin quasi alla cima seguite le indicazioni per Rifugio Corsini. Se invece vi trovate nell’altro versante di Monte Nerone, dal paese di Pianello di Cagli avete due alternative per raggiungere il Rifugio Corsini, la più veloce ma più lunga è seguire le indicazioni sempre per Serravalle di Carda e da lì quelle per il rifugio. Per la seconda più corta e panoramica ma piena di tornanti dovete proseguire sulla strada che porta verso Cerreto e Pieia, all’incrocio dei due paesi svoltate per Cerreto e da lì proseguite fino alla cima di Monte Nerone per poi seguire le indicazioni per il Rifugio Corsini.
Dal Rifugio scendete lungo il prato, ricoperto spesso da una vastità di crochi, ed imboccate il sentiero.
Attraverserete, in discesa, una serie di boschi, dove potrete ammirare in prevalenza lecci, faggi, carpini e ornielli. Fermatevi ogni tanto per riprendere fiato e far riposare caviglia e ginocchia e buttate sempre un’occhio per terra dove potrete trovare fiori quali ciclamini, orchidee, viole e gigli.
Se siete amanti del birdwatching armatevi di binocolo e, in silenzio, potrete avvistare falchi, poiane (e se siete fortunati anche l’aquila), oppure sentire il canto dei numerosissimi passeriformi.
Scendendo passerete vicino anche all’ingresso della Grotta dei 5 Laghi, la cui visita è assolutamente consigliata solo accompagnati da qualcuno che la conosce perfettamente. Ma di questo ve ne parleremo in un altro articolo.
Avvicinandovi alla destinazione finale vi troverete a poter scattare foto su speroni di roccia a picco su dirupi infiniti, da cui potrete ammirare la Balza Forata da lontano. L’occhio della montagna.
Giunti alla bramata Balza Forata vi ritroverete di fronte ad uno spettacolo piuttosto unico, un enorme foro nella montagna, attraverso il quale potrete ammirare il piccolo centro abitato di Piobbico, con il suo borgo medioevale e il magnifico Castello Brancaleoni.
Sentiero CAI 4 – dalla Balza Forata alla Grotta di Nerone
Se non avete nessuna intenzione di tornare sui vostri passi preferendo una via alternativa, nessun problema. Tornando indietro di un centinaio di metri troverete il bivio con il sentiero 4, che vi porterà verso la Grotta di Nerone.
Questa deviazione, ovviamente tutta in salita, vi proverà molto. Per un breve tratto il sentiero è dismesso in seguito a temporali e nevicate, quindi dovrete faticare un po’ più del previsto, inerpicandovi. Fatevi aiutare dai possenti alberi e dalle grosse radici che emergono dal terreno.
C’è un piccolo passo in cui potrete utilizzare una corda, provvista di nodi, per salire. Facile ma avventuroso.
Quasi alla fine del sentiero potrete ammirare la spaziosa Grotta di Nerone, divenuta celebre anche in seguito ad uno degli esperimenti di Maurizio Montalbini che visse in totale isolamento per 366 giorni, all’interno di una specie di arca, nelle profondità di questa grotta. L’esperimento portò a notevoli risultati da un punto di vista sociale, farmacologico e cronobiologico.
La grotta è visitabile solo nella sua prima stanza, la più grande, che si addentra per circa un centinaio di metri. Portatevi una torcia o usate quella del vostro smartphone, facendo attenzione a non scivolare a causa del substrato spesso bagnato.
Terminata la vostra breve esperienza da speleologi, proseguite il sentiero che vi porterà all’inizio del sentiero. Da qui dovrete ripercorrere la strada asfaltata che vi condurrà, in circa 30-35 minuti, al Rifugio Corsini.
Se la fame e la sete non sono state placate dal vostro pranzo al sacco, vi suggeriamo di fermarvi al Rifugio La Cupa, che avrete sicuramente visto all’andata, dove potrete ordinare primi, secondi, contorni, il tutto servito con porzioni decisamente abbondanti.
A questo punto sarà giunto il momento di rientrare a casa, dove vi aspetta una bella doccia calda e il pensiero di ciò che avete scoperto e di ciò che invece vi sorprenderà in futuro. L’appennino marchigiano vi aspetta. E se volete condividete le vostre scoperte con noi: #FreakyTravels