Finalmente in Perù. Capitolo VI – Machu Picchu –
Per raggiungere Machu Picchu ci sono diverse possibilità. La prima è il famoso e richiestissimo, tanto da essere prenotato con mesi di anticipo, Inca Trail, il percorso lungo circa 43 km che raggiunge la Città perduta passando nella foresta (per maggiori informazioni). È parte del camminamento, costruito dagli Inca, che collegava tutte le città di quell’Impero; dura 4 giorni e 3 notti attraverso l’Amazzonia; la città è però visibile solo a pochissimi chilometri dall’arrivo, ossia quando si raggiunge Intipunku: la Porta del Sole.
Io non ho fatto questa scelta in quanto la durata del mio viaggio era troppo breve per inserirci quattro giorni di trekking (Finalmente in Perù. Capitolo V – Cusco e la Valle Sacra –). Quindi ho scelto di raggiungere la destinazione con il treno che percorre una delle poche linee ferroviarie del Paese e che unisce Ollantaytambo ad Aguas Calientes.
Prendere il treno a Ollantaytambo è molto semplice: la stazione è piccolissima e il personale è cortese e pronto a dare informazioni. Il treno sembra uscito dall’800 con il tipico sbuffo di vapore e con gli scambi che costringono a brevi fermate per far passare quello che proviene dalla parte opposta, essendoci un unico binario
All’andata ho avuto la fortuna di sedere sull’asiento n. 1, in prima fila, e grazie al vetro nella parte anteriore del treno ho potuto ammirare il paesaggio lungo tutto il viaggio! Il treno scorre lungo il fiume Urubamba, nella pianura che a poco a poco si stringe in un canyon.
Il biglietto andata e ritorno costa circa 140 $ (circa 130 €) e comprende anche uno snack a bordo (per maggiori informazioni), non è proprio economicissimo ma se volete raggiungere Aguas Calientes è l’unico modo!
Il paesino esiste solo in quanto punto di partenza per raggiungere Machu Picchu: è composto da hotel, negozietti e ristoranti ed è invaso da turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Prima di raggiungere il mio hotel (Hostal Continental) ho acquistato il biglietto per la navetta, il punto vendita si trova in Avenida Hermanos Ayar, uscendo dal mercato della stazione è proprio davanti al punto di partenza delle navette (costo 24 $, circa 22,5 €).
Vi consiglio di svegliarvi presto alla mattina in cui partirete per Machu Picchu: già alle 5:30 c’è una fila di quaranta minuti, per fortuna il servizio di trasporti è molto efficiente e la coda scorre parecchio.
L’alzataccia che avrei dovuto affrontare all’indomani non mi ha però impedito di scegliere per la cena uno dei migliori ristoranti di Aguas Calientes, l’”Indio Feliz” (info). Il locale è veramente caratteristico con appese banconote da tutti i paesi del Mondo e la cucina ottima: ho ordinato un pollo con marmellata al ginger e ristretta di vino rosso del Cile, delizioso servito con patate fritte a rondelle, pomodori ripieni e riso con salsa di pomodoro; il prezzo è un po’ più alto del solito: 64 nuevos soles, che in fondo non sono più di 20 €.
Confesso che ci ho messo un po’ a prendere sonno: l’emozione che il giorno dopo avrei realizzato uno dei miei sogni era tanta!
Sveglia alle 5:00, colazione e dopo venti minuti ero già in strada per prendere la navetta (info); non avrete difficoltà a trovare il punto esatto: vi basterà accordarvi alla moltitudine di persone incolonnate!
Il viaggio dura una mezzoretta, la strada si arrampica lungo stretti tornanti su su per il monte fino a quando vedrete le prime pietre, i primi terrazzamenti e sentire il vostro cuore battere sempre più forte…
Mi raccomando, portate qualcosa contro le punture di insetti e ricordate che l’ingresso è a numero chiuso (2500 ingressi): è consigliabile acquistare il biglietto in anticipo altrimenti si rischia di stare fuori (costo 128 nuevos soles, circa 40 €, per maggiori info). Non portate borse grandi né cavalletti per la macchina fotografica perché tanto vi costringono a lasciarli all’ingresso!!
La mia guida personale in circa tre ore di tour mi ha fatto vedere tutto il sito. Machu Picchu, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1983 e una delle 7 meraviglie del Mondo moderno, fu scoperta nel 1911 dal Prof. Hiram Bingham mentre stava cercando l’ultima capitale inca, Vilcabamba. Nemmeno gli spagnoli nella loro affannosa ricerca di El Dorado l’avevano raggiunta. Se usciamo dal mito, secondo gli Autori, la città in realtà non fu mai “perduta” essendoci fonti che ne parlano anche dopo la fine del dominio incaico. Quando fu “ritrovata” era abitata da alcune famiglie e fu proprio un bambino di queste ad accompagnare Bingham all’interno del sito allora soffocato dalla foresta.
Ancora oggi non sappiamo il vero nome della città, secondo alcuni è “Patallaqta”, probabilmente non è Machu Picchu – vecchia montagna – che è appunto il nome del monte su cui sorge, contrapposto a Huaina Picchu – giovane montagna – che fa da sfondo a tutte le fotografie.
Non sappiamo nemmeno perché fu costruita: gli Inca erano soliti innalzare le città sui rilievi per lasciare le aree pianeggianti all’agricoltura, probabilmente il sito risponde alla necessità dello Stato Inca di avere un centro religioso, politico e amministrativo con uno spazio sacro considerato l’unione tra le Ande e l’Amazzonia. Ma Machu Picchu conserva un mistero, infatti iniziata intorno al 1450 d.C., non fu terminata in quanto abbandonata durante la metà del XVI secolo: significativo a tal proposito è il pilastro del Tempio principale, lasciato nel centro della Piazza sacra, di fronte al Tempio delle Tre Finestre, ancora non del tutto levigato. Sappiamo che avrebbe dovuto ospitare la tomba di un personaggio importante, probabilmente dell’Inca Pachacutec. Se infatti osservate Huaina Picchu, la montagna sullo sfondo, potete notare il profilo di un volto umano che guarda verso l’alto.
Con la mia guida ho visitato la parte sacra della città, i laboratori e i terrazzamenti. Le pietre con cui è costruita non furono portate da un altro luogo, si tratta delle pietre prese direttamente dalla montagna: la città infatti segue perfettamente la forma del monte su cui è costruita!
Dopo la visita guidata ho presso tutto il tempo necessario per godermi lo spettacolo.
Se volete fare la classica foto dovete salire alla “Casa del Guardiano”, qui ovviamente è pieno di turisti, avevo bisogno di un luogo più tranquillo per appagare il mio desiderio e contemplare questo luogo mistico. Per farlo ho seguito i terrazzamenti posti sulla sinistra della “Casa del Guardiano”. Anche da qui la vista è eccezionale!
Infine ho percorso l’ultima parte dell’Inca Trail che dalla città conduce a Intipunku, la Porta del Sole; il sentiero è in leggera salita ma è accessibile anche a chi è poco allenato e in due ore circa si arriva a destinazione.
Lungo il tragitto sono tanti gli scorci sulla Città perduta, ma la vista dalla Porta del Sole è impagabile. Pure qui mi sono preso tutto il tempo per godermi lo spettacolo che avevo di fronte.
Sensazioni uniche, mai avrei pensato che un luogo fisico potesse trasmettermi così tante emozioni, ancora oggi e in questo momento che sto scrivendo, il ricordo di quel posto magico mi riempie il cuore.
Purtroppo il tempo a disposizione sta per finire: mi aspetta il treno ad Aguas Calientes per ricondurmi a Ollantaytambo. Mi raccomando di calcolare bene gli orari: c’è sempre un po’ di fila per riprendere la navetta che scende da Machu Picchu.
Sarei potuto rimanere a contemplare quelle pietre per tutta la giornata; per fortuna i miei calcoli erano esatti e riesco a riprendere in tempo il treno…
Da Ollantaytambo, per tornare a Cusco ci sono diverse possibilità: taxi privati, taxi collettivi, minivan collettivi, bus, per un costo da 60 nuevos soles, il primo, a 6 nuevos soles circa, l’ultimo.
A Cusco ho preso il volo interno per raggiungere Lima da cui partiva l’intercontinentale. L’aeroporto di Cusco è molto piccolo e inadeguato per il traffico aereo che sopporta. Preparatevi alla confusione, ad assenza di informazioni e ai ritardi, nel mio caso di un ora e mezza. Ciò nonostante il volo con la Peruvian Airlines (info) non mi ha causato problemi in quanto il rientro in Europa sarebbe avvenuto l’indomani.
Proprio mentre pensavo che la vacanza era di fatto già finita, sotto i miei occhi si apre una vista clamorosa sulla cordigliera andina… Capisco di essere quasi arrivato quando vedo ricomparire la garua, la tipica foschia di Lima, che avevo lasciato il secondo giorno del mio viaggio.
Non ho alcuna voglia di lasciare questo magnifico Paese che si è preso un posto speciale del mio cuore con la sua gente, i suoi spazi aperti, le montagne, la cultura, le tradizioni, le sue piazze, colori, profumi… ma all’altoparlante stanno chiamando il mio volo: si torna a casa, come sempre più ricchi di prima!!!
Trovate tutte le foto seguendo #finalmenteinperù.